La sinistra? Tutta da buttare
di Bruno Giurato il GiornaleOff 26 ottobre 2014
S’io fossi rosso arderei lo mondo. Doveva arrivare uno che
non ha paura di dichiararsi comunista per fare a pezzettini il marketing
giovanilista-ottimista-progressista-di-sinistra. Stiamo
parlando del filosofo messinese Stefano Azzarà, che insegna a Urbino, e
che ha scritto un pamphlet di lucida analisi storico politologica. Tutto
contro la sinistra attuale.
Il libro si chiama: Democrazia cercasi (Imprimatur Edizioni, pp. 336, 16 Euro) e l’accusa di Azzarà è chiarissima. La sinistra è diventata una fotocopia, sbiadita, della destra.
Ce l’ha con Matteo Renzi, certo. Ma dire che Matteo è una copia del
Cav. È ormai un luogo comune, e questo libro di polemica “alta” va oltre
i luoghi comuni. Qui il “bon del pastizz”, la parte ghiotta, è
l’analisi storica. Chi ha in mente il comunismo ombelicale dei Francesco
Piccolo si prepari a una bella doccia fredda.
Secondo Azzarà: “La sinistra italiana ha cominciato a morire
molti anni fa. Quando, in seguito […] a una sconfitta strategica di
proporzioni rivelatesi bibliche, invece di fermarsi a ripensare
le proprie ragioni […] ha preteso di governare processi molto più forti
di lei”. E aggiunge: “E’ stata in primo luogo la tradizione politica
del Pci ad averci accompagnato verso la catastrofe”. La colpa della
sinistra sarebbe quella di aver dimenticato il suo ruolo principale, la
difesa dei lavoratori (non è un caso se l’unica a offrire un certo
sollievo da questo punto di vista, ultimamente, è la chiesa cattolica)
ed essersi baloccata con temi come l’antiberlusconismo, i “colorati”
diritti civili, e la retorica dell’antifascismo.
“Affidato all’Anpi, il significato politico originario del
concetto di antifascismo è stato stravolto e reso carne da macello”
commenta spietato Azzarà. Nel libro non mancano copi di mannaia
a personaggi come D’Alema, Occhetto, e contro la retorica europeista
dei Napolitano e Prodi, colpevoli di avere affidato l’Italia a un “golpe
monetarista”, con la nostra sovranità regalata alla dittatura economica
europea.
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