“Altro che vittoria schiacciante della sinistra: l’uscita di scena del Cavaliere ha favorito in realtà il consolidamento di un’unica vastissima destra".

"La sinistra può oggi finalmente governare e può distribuire un bonus di ottanta euro al proprio bacino elettorale; ma può farlo solo rinunciando a se stessa e intestandosi il programma altrui”.


“Nata solo dopo il 1945, alla fine della Guerra fredda la democrazia cessa perciò di esistere nella sua figura moderna e ne prende una postmoderna. Per poi assumere nuove forme sempre più ‘autoritarie’ [...] Nella semicolonia statunitense di lingua italiana la democrazia è dunque in via di cessazione. E la deriva della sinistra ne è da tempo l’accompagnamento spensierato”.

“La democrazia ha un inizio ma purtroppo, come tutto ciò che è nella storia, può anche avere una fine e deperisce subito quando i rapporti di forza in una società sono eccessivamente squilibrati. E quando, di conseguenza, le parti più forti prevalgono in maniera schiacciante sulle altre [...] Senza nessun bisogno di chiamare in causa la P2 o chissà quali trame oscure, ciò che sta avvenendo è la normalità del programma e della prassi politica liberale nel momento in cui gli interessi delle classi dominanti non trovano più un’efficace risposta nel conflitto organizzato e consapevole delle classi subalterne”.

lunedì 8 dicembre 2014

La sinistra? Tutta da buttare

La sinistra? Tutta da buttare

Nel pamphlet Democrazia Cercasi, il filosofo Stefano G. Azzarà smonta il percorso culturale della sinistra italiana
di Bruno Giurato il GiornaleOff 26 ottobre 2014


S’io fossi rosso arderei lo mondo. Doveva arrivare uno che non ha paura di dichiararsi comunista per fare a pezzettini il marketing giovanilista-ottimista-progressista-di-sinistra. Stiamo parlando del filosofo messinese Stefano Azzarà, che insegna a Urbino, e che ha scritto un pamphlet di lucida analisi storico politologica. Tutto contro la sinistra attuale.

imgres
Il libro si chiama: Democrazia cercasi (Imprimatur Edizioni, pp. 336, 16 Euro) e l’accusa di Azzarà è chiarissima. La sinistra è diventata una fotocopia, sbiadita, della destra. Ce l’ha con Matteo Renzi, certo. Ma dire che Matteo è una copia del Cav. È ormai un luogo comune, e questo libro di polemica “alta” va oltre i luoghi comuni. Qui il “bon del pastizz”, la parte ghiotta, è l’analisi storica. Chi ha in mente il comunismo ombelicale dei Francesco Piccolo si prepari a una bella doccia fredda.


Secondo Azzarà: “La sinistra italiana ha cominciato a morire molti anni fa. Quando, in seguito […] a una sconfitta strategica di proporzioni rivelatesi bibliche, invece di fermarsi a ripensare le proprie ragioni […] ha preteso di governare processi molto più forti di lei”. E aggiunge: “E’ stata in primo luogo la tradizione politica del Pci ad averci accompagnato verso la catastrofe”. La colpa della sinistra sarebbe quella di aver dimenticato il suo ruolo principale, la difesa dei lavoratori (non è un caso se l’unica a offrire un certo sollievo da questo punto di vista, ultimamente, è la chiesa cattolica) ed essersi baloccata con temi come l’antiberlusconismo, i “colorati” diritti civili, e la retorica dell’antifascismo.
“Affidato all’Anpi, il significato politico originario del concetto di antifascismo è stato stravolto e reso carne da macello” commenta spietato Azzarà. Nel libro non mancano copi di mannaia a personaggi come D’Alema, Occhetto, e contro la retorica europeista dei Napolitano e Prodi, colpevoli di avere affidato l’Italia a un “golpe monetarista”, con la nostra sovranità regalata alla dittatura economica europea.

Nessun commento:

Posta un commento