“Altro che vittoria schiacciante della sinistra: l’uscita di scena del Cavaliere ha favorito in realtà il consolidamento di un’unica vastissima destra".

"La sinistra può oggi finalmente governare e può distribuire un bonus di ottanta euro al proprio bacino elettorale; ma può farlo solo rinunciando a se stessa e intestandosi il programma altrui”.


“Nata solo dopo il 1945, alla fine della Guerra fredda la democrazia cessa perciò di esistere nella sua figura moderna e ne prende una postmoderna. Per poi assumere nuove forme sempre più ‘autoritarie’ [...] Nella semicolonia statunitense di lingua italiana la democrazia è dunque in via di cessazione. E la deriva della sinistra ne è da tempo l’accompagnamento spensierato”.

“La democrazia ha un inizio ma purtroppo, come tutto ciò che è nella storia, può anche avere una fine e deperisce subito quando i rapporti di forza in una società sono eccessivamente squilibrati. E quando, di conseguenza, le parti più forti prevalgono in maniera schiacciante sulle altre [...] Senza nessun bisogno di chiamare in causa la P2 o chissà quali trame oscure, ciò che sta avvenendo è la normalità del programma e della prassi politica liberale nel momento in cui gli interessi delle classi dominanti non trovano più un’efficace risposta nel conflitto organizzato e consapevole delle classi subalterne”.

lunedì 25 agosto 2014

La fine della democrazia moderna in Italia

Possiamo ancora parlare di democrazia in Italia? Mutamenti imponenti hanno svuotato gli strumenti della partecipazione popolare, favorendo una forma neobonapartistica e ipermediatica di potere carismatico e spingendo molti cittadini nel limbo dell’astensionismo o nell’imbuto di una protesta rabbiosa e inefficace. Al tempo stesso, in nome dell’emergenza economica permanente e della governabilità, gli spazi di riflessione pubblica e confronto sono stati sacrificati al primato di un decisionismo improvvisato.

Dietro questi cambiamenti c’è però un più corposo processo materiale che dalla fine degli anni Settanta ha minato le fondamenta stesse della democrazia: il riequilibrio dei rapporti di forza tra le classi sociali, che nel dopoguerra aveva consentito la costruzione del Welfare, ha lasciato il campo ad una riscossa dei ceti proprietari che nel nostro paese come in tutto l’Occidente ha portato ad una redistribuzione verso l’alto della ricchezza nazionale, alla frantumazione e precarizzione del lavoro, allo smantellamento dei diritti economici e sociali dei più deboli. Intanto, nell’alveo del neoliberalismo trionfante, si diffondeva un clima culturale dai tratti marcatamente individualistici e competitivi. Mentre dalle arti figurative alla filosofia, dalla storia alle scienze umane, il postmodernismo dilagava, delegittimando i fondamenti e i valori della modernità – la ragione, l’eguaglianza, la trasformazione del reale… - e rendendo impraticabile ogni progetto di emancipazione consapevole, collettiva e organizzata.

É stata la sinistra, e non Berlusconi, il principale agente responsabile di questa devastazione. Schiantata dalla caduta del Muro di Berlino assieme alle classi popolari, non è riuscita a rinnovarsi salvaguardando i propri ideali e si è fatta sempre più simile alla destra, assorbendone programmi e stile di governo fino a sostituirsi oggi integralmente ad essa. Per ricostruire una sinistra autentica, per riconquistare la democrazia e ripristinare le condizioni di una vasta mediazione sociale, dovremo smettere di limitare il nostro orizzonte concettuale alla mera riduzione del danno e riscoprire il conflitto. Nata per formalizzare la lotta di classe, infatti, senza questa lotta la democrazia muore.

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Indice

Premessa
«Rinnovamento» della sinistra o spostamento a destra?

Capitolo primo
La lotta di classe dei ricchi. Dalla democrazia moderna al bonapartismo postmoderno: la rivincita delle élites nella crisi italiana
1. Una modesta proposta (bipartisan):
smantellare le istituzioni democratiche?
2. Il centrosinistra italiano e tanta coda di paglia
3. Dalla critica dei partiti all’antipolitica:
la delegittimazione della democrazia in Italia
4. Dalla subordinazione alla democrazia moderna:
l’ascesa del mondo del lavoro
5. Vittoria e declino del mondo del lavoro
6. Restaurazione
7. Democrazia o bonapartismo?
8. La fine della Guerra Fredda:
la restaurazione neoliberale e il ruolo dell’ex Pci
9. La deriva maggioritaria dell’ex Pci
10. La sinistra italiana dalla democrazia al neoliberalismo
11. Antifascismo storico e
Antiberlusconismo come antifascistismo
12. Democrazia integrale come espressione formalizzata
del conflitto
13. Liberalismo, neoiberalismo e torsione bonapartistica
delle forme democratiche
Capitolo secondo
Crisi della cultura di massa, postmodernismo e necessità della menzogna
1. Involgarimento della cultura?
2. Società di massa e cultura di massa
3. Genesi del postmodernismo e pensiero
della libertà individuale
4. La catastrofe del Novecento e la critica della modernità
5. Progetto moderno e costruzione del concetto di uomo
6. Catastrofe del Novecento, denuncia della ragione emancipazionista e contestazione della tradizione democratico-rivoluzionaria
7. Grandi narrazioni, storia e potere
8. Storiografia postmoderna, dialettica e potere
9. Rovesciamento del postmodernismo:
dall’”individualismo” al primato della forza
10. Postmodernismo e restaurazione neoliberale
11. Libertà privata e libertà politica
12. Distruzione della verità, ermeneutica dell’opinione
e paralisi dell’azione politica
13. Conclusione: postmodernismo come
apologia dell’esistente e filosofia come edificazione
Capitolo terzo
Ermeneutica, «Nuovo Realismo» e trasformazione della realtà. Una radicalizzazione incompiuta per la filosofia italiana
1. Realismo come contemplazione dell’esistente?
2. Ermeneutica ed emancipazione immaginaria
3. Realismo, nominalismo e rapporti di forza
nella sfera ideologica
4. La svolta inavvertita dell’ermeneutica verso
il “secondo realismo”
5. Una radicalizzazione incompiuta
Conclusione
Tenere vivo il conflitto per mantenere aperto l’orizzonte della democrazia e dell’alternativa

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